Il
cristiano è nella gioia perché il Suo Dio è Misericordia. Ma anche
noi come le
folle che si accostavano a San Giovanni Battista dobbiamo chiederci: “Cosa dobbiamo fare?”. Cosa dobbiamo fare
per ricevere la Misericordia di Dio ed essere così nella vera gioia? Scrive San’Alfonso Maria de Liguori (1696-1787),
vescovo, dottore della Chiesa e patrono dei teologi e dei moralisti: "Sant'Agostino dice che il demonio inganna gli uomini in due modi: con
la disperazione e con la speranza. Dopo il peccato, tenta il peccatore alla
disperazione con il terrore della divina giustizia; ma prima di peccare spinge
l'anima al peccato con la speranza nella divina misericordia. Perciò il Santo ammonisce: «Dopo il peccato,
spera nella misericordia, prima del peccato, abbi timore della giustizia».
Infatti non merita misericordia chi si serve della misericordia di Dio per
offenderlo. Dio usa misericordia con chi lo teme, non con chi si serve di essa
per non temerlo. È difficile trovare una persona così disperata, che voglia
veramente dannarsi. I peccatori vogliono peccare senza perdere la speranza di
salvarsi. Peccano dicendo: «Dio è misericordioso; farò questo peccato e poi mi
confesserò». «Farò ciò che mi piace, tanto Dio è buono»: cosi parlano i
peccatori, come scrive sant'Agostino. Però tanti con questo modo di pensare
sono finiti male. Dice il Signore: Non dire: «La sua misericordia è grande; mi
perdonerà i molti peccati» (Sir 5,6). Non dire: «Per quanti peccati io possa
commettere, con un atto di dolore sarò perdonato!» E perché? Poiché ci sono
presso di lui misericordia e ira, il suo sdegno si riverserà sui peccatori. Dio
pur essendo misericordioso, è anche giusto ... Dio promette la sua misericordia
a chi lo teme, non a chi abusa di essa. La sua misericordia si stende su quelli
che lo temono (Lc 1,50), cantò la Madre di Dio. Agli ostinati Dio minaccia la
giustizia. [...] Insomma, dice San Paolo, non ci si può prendere gioco di Dio
(Gal 6,7). Non si può offenderlo continuamente con proposito e poi pretendere
il Paradiso. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato: chi semina peccati
non ha motivo di sperare altro che il castigo da scontare nell'inferno. La rete
con la quale il demonio trascina le anime all'inferno e l'inganno sibilato
attraverso le parole: «Peccate pure liberamente, perché vi salverete nonostante
tutti i peccati». Dio detesta la speranza di chi si ostina al peccato poiché la
loro speranza è abominio. Una tale speranza provoca Dio al castigo, meritato da
chi, abusando della sua bontà, lo ha offeso in tutti i modi”. Sono le
viscere della misericordia di Dio (ebr. “rahamin”, “viscere”; “hesed”,
“misericordia”) che vuole fare partecipi – dice papa Benedetto XVI – della “sua gioia,
divina ed eterna, facendoci scoprire che il valore e il senso profondo della
nostra vita sta nell’essere accettato, accolto e amato da Lui, e non con
un’accoglienza fragile come può essere quella umana, ma con un’accoglienza
incondizionata come è quella divina: io sono voluto, ho un posto nel mondo e
nella storia, sono amato personalmente da Dio”. Per entrare nella Misericordia di Dio e sperimentare
la gioia di essere “figlio di Dio” bisogna passare per il perdono di Dio, la
croce del cammino di conversione. Dice papa Benedetto XVI: “Un vero perdono è qualcosa del tutto diverso da un debole «lasciar correre».
Il perdono è esigente e chiede ad entrambi - a chi lo riceve ed a chi lo dona -
una presa di posizione che concerne l'intero loro essere ... La croce come
espiazione, la croce come "forma" del perdono e della salvezza non si
adatta ad un certo schema del pensiero moderno. Solo quando si vede bene
il nesso fra verità ed amore, la croce diviene comprensibile nella sua vera
profondità teologica. Il perdono ha a che fare con la verità e perciò esige la
croce del Figlio ed esige la nostra conversione. Perdono è appunto restaurazione
della verità, rinnovamento dell'essere e superamento della menzogna nascosta in
ogni peccato. Il peccato è sempre, per sua essenza, un abbandono della
verità del proprio essere e quindi della verità voluta dal Creatore, da
Dio". Infatti San Giovanni Battista presenta Gesù come colui che “battezza in Spirito Santo e fuoco”, “tiene in mano la pala per pulire la sua aia”
e che “raccoglierà il frumento nel suo
granaio ma brucerà la paglia con fuoco inestinguibile”. Infatti, dice papa Benedetto XVI: “Un Gesù che sia d'accordo con tutto e con
tutti, un Gesù senza la sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero
amore, non è il vero Gesù come lo mostra la Scrittura, ma una sua miserabile
caricatura. Una concezione del "vangelo" dove non
esista più la serietà dell'ira di Dio, non ha niente a che fare con la vangelo
biblico”. Esiste un odio evangelico
indirizzato non verso le persone ma verso il male che è tutto ciò che ci fa
vivere solo da “figlio dell’uomo” e ci impedisce di vivere da “figlio di Dio”.
Dice Gesù: “Se
uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli,
le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” (Lc.14:26). Il padre, la madre e se stessi sono realtà “buone” ma non assoluti se mi
fanno perdere la mia dignità di “figlio di Dio”. Tanto che Gesù rincara la
dose: “se la tua mano, il tuo piede, il tuo
occhio”, “ti è occasione di
scandalo”, cavali e gettali via da te, “è
meglio per te entrare nella vita con” una mano sola, un piede solo e un occhio
solo, che avere due mani, due piedi e due occhi, “ed essere gettato nella Geenna del fuoco” (Mt.18). Una gioia che
passa dalla croce, sempre! Dire di “no” al male – la semplice vita da “figlio
dell’uomo” destinata a marcire – per dire un “sì” più grande a Dio, la vita da
“figlio di Dio” che fa esperienza della Misericordia di Dio fondandosi sulla
gioia di Dio, la “parte migliore che non
sarà tolta” (Lc.10,42). San Giovanni Battista dice ai lontani – i
pubblicani e i soldati – che tutti abbiamo il “contenitore” per ricevere la
grazia, la vita divina ma che questo chiede un cambiamento di mentalità. Infatti, aggiunge Giovanni, riguardo a Gesù: “Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. L’azione di Gesù non
sarà quella di mettere le persone in un “battesimo
d’acqua”, di rigenerarle in un nuovo “liquido amniotico” per essere l’idolo
di se stesse, ma di “battezzare in
Spirito Santo e fuoco”, di
rigenerarle dall’alto nella stessa croce, nello stesso amore di Dio alle
creature. Tanto che San Giovanni Battista dal carcere manderà un messaggio a
Gesù molto severo: “Sei tu quello che
doveva venire o ne dobbiamo aspettare un altro?”. La Misericordia di Dio
supera di gran lunga la sua Giustizia! Ma non una falsa misericordia preventiva
che ci abilita a peccare ma la Misericordia che quando abbiamo il dolore del
nostro peccato ci assolve validamente nella confessione sacramentale e ci dona
di aprire il cuore al dono inestimabile di diventare “figli di Dio”.
NESSUNO CHE NON SIA PENTITO DEL SUO PECCATO E VI RINUNCI E FACCIA
ATTI DI PENTIMENTO E PENITENZA PUO' RICEVERE LA MISERICORDIA!!! Senza DISPIACERE del proprio peccato non c'è ASSOLUZIONE VALIDA ed è per
questo che san Pio da Pietrelcina, giustamente, cacciava via i falsi
penitenti ... quelli che non erano pentiti del loro peccato ...