lunedì 28 dicembre 2015

QUANDO LA MISERICORDIA DI DIO VIENE INTESA MALE!

Il cristiano è nella gioia perché il Suo Dio è Misericordia. Ma anche
noi come le folle che si accostavano a San Giovanni Battista dobbiamo chiederci: “Cosa dobbiamo fare?”. Cosa dobbiamo fare per ricevere la Misericordia di Dio ed essere così nella vera gioia?  Scrive San’Alfonso Maria de Liguori (1696-1787), vescovo, dottore della Chiesa e patrono dei teologi e dei moralisti: "Sant'Agostino dice che il demonio inganna gli uomini in due modi: con la disperazione e con la speranza. Dopo il peccato, tenta il peccatore alla disperazione con il terrore della divina giustizia; ma prima di peccare spinge l'anima al peccato con la speranza nella divina misericordia. Perciò il Santo ammonisce: «Dopo il peccato, spera nella misericordia, prima del peccato, abbi timore della giustizia». Infatti non merita misericordia chi si serve della misericordia di Dio per offenderlo. Dio usa misericordia con chi lo teme, non con chi si serve di essa per non temerlo. È difficile trovare una persona così disperata, che voglia veramente dannarsi. I peccatori vogliono peccare senza perdere la speranza di salvarsi. Peccano dicendo: «Dio è misericordioso; farò questo peccato e poi mi confesserò». «Farò ciò che mi piace, tanto Dio è buono»: cosi parlano i peccatori, come scrive sant'Agostino. Però tanti con questo modo di pensare sono finiti male. Dice il Signore: Non dire: «La sua misericordia è grande; mi perdonerà i molti peccati» (Sir 5,6). Non dire: «Per quanti peccati io possa commettere, con un atto di dolore sarò perdonato!» E perché? Poiché ci sono presso di lui misericordia e ira, il suo sdegno si riverserà sui peccatori. Dio pur essendo misericordioso, è anche giusto ... Dio promette la sua misericordia a chi lo teme, non a chi abusa di essa. La sua misericordia si stende su quelli che lo temono (Lc 1,50), cantò la Madre di Dio. Agli ostinati Dio minaccia la giustizia. [...] Insomma, dice San Paolo, non ci si può prendere gioco di Dio (Gal 6,7). Non si può offenderlo continuamente con proposito e poi pretendere il Paradiso. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato: chi semina peccati non ha motivo di sperare altro che il castigo da scontare nell'inferno. La rete con la quale il demonio trascina le anime all'inferno e l'inganno sibilato attraverso le parole: «Peccate pure liberamente, perché vi salverete nonostante tutti i peccati». Dio detesta la speranza di chi si ostina al peccato poiché la loro speranza è abominio. Una tale speranza provoca Dio al castigo, meritato da chi, abusando della sua bontà, lo ha offeso in tutti i modi”. Sono le viscere della misericordia di Dio (ebr. “rahamin”, “viscere”; “hesed”, “misericordia”) che vuole fare partecipi – dice papa Benedetto XVI – della “sua gioia, divina ed eterna, facendoci scoprire che il valore e il senso profondo della nostra vita sta nell’essere accettato, accolto e amato da Lui, e non con un’accoglienza fragile come può essere quella umana, ma con un’accoglienza incondizionata come è quella divina: io sono voluto, ho un posto nel mondo e nella storia, sono amato personalmente da Dio”. Per entrare nella Misericordia di Dio e sperimentare la gioia di essere “figlio di Dio” bisogna passare per il perdono di Dio, la croce del cammino di conversione. Dice papa Benedetto XVI: “Un vero perdono è qualcosa del tutto diverso da un debole «lasciar correre». Il perdono è esigente e chiede ad entrambi - a chi lo riceve ed a chi lo dona - una presa di posizione che concerne l'intero loro essere ... La croce come espiazione, la croce come "forma" del perdono e della salvezza non si adatta ad un certo schema del pensiero moderno. Solo quando si vede bene il nesso fra verità ed amore, la croce diviene comprensibile nella sua vera profondità teologica. Il perdono ha a che fare con la verità e perciò esige la croce del Figlio ed esige la nostra conversione. Perdono è appunto restaurazione della verità, rinnovamento dell'essere e superamento della menzogna nascosta in ogni peccato. Il peccato è sempre, per sua essenza, un abbandono della verità del proprio essere e quindi della verità voluta dal Creatore, da Dio". Infatti San Giovanni Battista presenta Gesù come colui che “battezza in Spirito Santo e fuoco”, “tiene in mano la pala per pulire la sua aia” e che “raccoglierà il frumento nel suo granaio ma brucerà la paglia con fuoco inestinguibile”. Infatti, dice papa Benedetto XVI: “Un Gesù che sia d'accordo con tutto e con tutti, un Gesù senza la sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero Gesù come lo mostra la Scrittura, ma una sua miserabile caricatura. Una concezione del "vangelo" dove non esista più la serietà dell'ira di Dio, non ha niente a che fare con la vangelo biblico. Esiste un odio evangelico indirizzato non verso le persone ma verso il male che è tutto ciò che ci fa vivere solo da “figlio dell’uomo” e ci impedisce di vivere da “figlio di Dio”. Dice Gesù: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” (Lc.14:26). Il padre, la madre e se stessi sono realtà “buone” ma non assoluti se mi fanno perdere la mia dignità di “figlio di Dio”. Tanto che Gesù rincara la dose: “se la tua mano, il tuo piede, il tuo occhio”, “ti è occasione di scandalo”, cavali e gettali via da te, “è meglio per te entrare nella vita con” una mano sola, un piede solo e un occhio solo, che avere due mani, due piedi e due occhi, “ed essere gettato nella Geenna del fuoco” (Mt.18). Una gioia che passa dalla croce, sempre! Dire di “no” al male – la semplice vita da “figlio dell’uomo” destinata a marcire – per dire un “sì” più grande a Dio, la vita da “figlio di Dio” che fa esperienza della Misericordia di Dio fondandosi sulla gioia di Dio, la “parte migliore che non sarà tolta” (Lc.10,42). San Giovanni Battista dice ai lontani – i pubblicani e i soldati – che tutti abbiamo il “contenitore” per ricevere la grazia, la vita divina ma che questo chiede un cambiamento di mentalità. Infatti, aggiunge Giovanni, riguardo a Gesù: “Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. L’azione di Gesù non sarà quella di mettere le persone in un “battesimo d’acqua”, di rigenerarle in un nuovo “liquido amniotico” per essere l’idolo di se stesse, ma di “battezzare in Spirito Santo e fuoco”,  di rigenerarle dall’alto nella stessa croce, nello stesso amore di Dio alle creature. Tanto che San Giovanni Battista dal carcere manderà un messaggio a Gesù molto severo: “Sei tu quello che doveva venire o ne dobbiamo aspettare un altro?”. La Misericordia di Dio supera di gran lunga la sua Giustizia! Ma non una falsa misericordia preventiva che ci abilita a peccare ma la Misericordia che quando abbiamo il dolore del nostro peccato ci assolve validamente nella confessione sacramentale e ci dona di aprire il cuore al dono inestimabile di diventare “figli di Dio”
NESSUNO CHE NON SIA PENTITO DEL SUO PECCATO E VI RINUNCI E FACCIA ATTI DI PENTIMENTO E PENITENZA PUO' RICEVERE LA MISERICORDIA!!! Senza DISPIACERE del proprio peccato non c'è ASSOLUZIONE VALIDA ed è per questo che san Pio da Pietrelcina, giustamente, cacciava via i falsi penitenti ... quelli che non erano pentiti del loro peccato ...