Come ogni anno si avvicina il falso
Halloween stregonesco e occultista inventato di sana pianta negli anni
’70. La parola Halloween in inglese sincopato significa letteralmente
“Vigilia di tutti i santi”. Ovvero l’albeggiare della luce che schianta
le tenebre. Non si tratta del compleanno di satana, per i satanisti. Non
si tratta della notte delle streghe in cui ogni evocazione di potere
verrà esaudita. Non si tratta della notte in cui Lucifero ci inizia ai
suoi poteri “energetici”, per i newagers. Non si tratta di un carnevale
macabro in cui dissacrare il ricordo dei defunti, irridere la sacralità
della morte, dissacrare l’importanza delle domande fondamentali della
vita (chi sono? da dove vengo? dove vado?) e per la trasgressione
esoterica. Halloween, negli Stati Uniti è stato svuotato di luce dai
protestanti che nell’eresia “condizionalista” – l’assenza della
“comunione dei santi” – nella fobia disperante della solitudine
dell’uomo non più accompagnato e sostenuto dalle anime beate, hanno
riaperto alle porte al “revenants” pagano: il ritorno dei morti per
vendicarsi. Negli anni ’70 la “Chiesa di Satana” di Antony La Vey
mediante agganci hollywoodiani ha contribuito con altri esoteristi a
indirizzarlo verso una trasformazione “horror”, ispirando la saga dei
film del serial killer Michael Myers che nella notte di Halloween uccide
in modo efferato, spinto dalle forze infernali, tutta la sua famiglia.
Bella festa! Allora il falso “Halloween” post anni ‘70 è una
demonopedagogia che mischia il gioco “macabro” ai riti esoterici veri,
perché l’occultismo venga praticato per gioco, visto erroneamente come
“fuoco che non brucia”! In realtà in questa festa celtico-cristiana è
sempre stato festeggiato gioiosamente l’attesa dei propri defunti che
nella “comunione dei santi” venivano – per i celti dal regno dei morti
oltreoceano di Tir Nan Og, per i cristiani da Cielo - mediante la
preghiera, a sorreggere i loro famigliari in un tempo difficile,
l’inverno, dove molti sarebbero morti di freddo e di fame. Tant’è che
qui in Romagna dove abbiamo avuto anche la presenza dei celti ne abbiamo
conservato anche alcune usanze tipiche: 1)accogliere gioiosamente gli
antenati defunti alzandosi presto nella notte di Ognissanti; 2)mettendo
le lenzuola nuove per accoglierli perché dovevano riposare bene dopo il
lungo viaggio; 3)preparare piatti speciali per i “morti” pieni di
calorie per rifocillarsi del lungo viaggio; 4)”la carità di murt” in cui
i poveri andavano di casa in casa ricevendo cibo; 5)la tradizione di
mettere una candela dentro una rapa o zucca per farne una lanterna,
simbolo gioioso della resurrezione di Cristo, per permettere ai nostri
defunti di fare con noi “comunione dei santi”. E il Giudizio di Dio è
chiaro: “gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce perché le loro
opere erano malvagie” (Gv.3,19). Il partecipare anche passivamente alle
opere infruttuose delle tenebre non ci preserva dal pericolo di esserne
ammalorati. E i mali spirituali sono lunghi e dolorosi, molto più
devastanti dei mali fisici. Se il nostro cuore è attirato dalle tenebre
forse è perché è troppo tempo che siamo lontani da Cristo-Luce. Buona
festa di Halloween, buona festa della “veglia di tutti i santi”, la
nostra festa!