Nasce in una ricca e
nobile famiglia, rimane presto orfano. In pellegrinaggio, san Rocco, terziario
francescano e taumaturgo, diretto a Roma dopo aver donato tutti sui beni ai
poveri, si ferma ad Acquapendente nei pressi di Viterbo, dedicandosi
all'assistenza degli ammalati di peste e facendo guarigioni miracolose, col il
segno di croce sulla fronte, che diffusero la sua fama. Peregrinando per
l'Italia centrale – Cesena, Rimini, Parma, Piacenza, ecc. - si dedicò ad opere
di carità e di assistenza promuovendo continue conversioni. Per 3 anni rimane a
Roma, ospitato dal cardinale Anglico Grimoardo che viene guarito per sua
intercessione e così presentato al Papa Urbano V. Ripartito, presso Piacenza,
scoppia la peste e il suo prodigarsi lo fa ammalare di peste, si rifugia presso
il fiume Trebbia, in località Sarmato, presso una capanna sui possedimenti del
patrizio Gottardo Pollastrella e solitario, senza cibo, viene soccorso dal cane
del patrizio che ogni giorno gli porta un po’ di cibo sottraendolo alla tavola
del suo padrone. Dopo la conversione del patrizio, la guarigione dalla peste,
parte per Novara per curare gli appestati, fino ad Angera sul Lago Maggiore.
Qui muore in prigione, a 32 anni, dopo essere stato arrestato da alcuni soldati
perché sospettato ingiustamente di spionaggio. Viene trovato morto con una
tavoletta sotto il suo capo dov’era scritto: “Coloro che colpiti dalla peste ricorreranno all’intercessione del Beato
Rocco, prediletto da Dio, ne saranno immediatamente liberati”. In Italia
più di 3000 chiese e cappelle, 28 Comuni e 36 frazioni sono a lui dedicate. La
città che ha onorato maggiormente san Rocco è Venezia, dove sono custodite le
sue reliquie. Raffigurato con il “bordone” – il cappello largo per ripararsi
dalla pioggia e dal sole – il “sanrocchino” – il mantello a mezza gamba – un
rosario a grossi grani appeso alla cintola, sul petto la conchiglia di Santiago
per attingere l’acqua dai fiumi. In un episodio sulla riva del fiume Trebbia,
san Rocco benedice gli animali del bosco, che erano ammalati e li guarisce,
tanto che il pittore Tintoretto rappresenta questo episodio nella celebre tela
nella chiesa di San Rocco a Venezia. Lo si invoca – dopo la canonizzazione del
1584 ad opera di papa Gregorio XIII - contro le terribili pestilenze nel XVII
secolo, contro le epidemie di colera del XIX secolo, contro le catastrofi
naturali, contro le malattie epidemiche e come protettore di tutti gli infermi
ed infine protettore degli animali.
Nel 1630 mentre si diffondeva la peste attorno alla
parrocchia di Montecatone – ricordano le cronache del tempo – essendo ancora illeso
il popolo di Montecatone, i fedeli si radunarono nella chiesa con il parroco
don Giacomo Tonini, il 13 settembre, e fecero voto a Dio e alla Beata Vergine
Maria e a San Biagio, di solennizzare e festeggiare in perpetuo la festa di San
Rocco il 16 di agosto nella parrocchia di Montecatone.