Carissimi genitori, carissimi sposi, può capitare che venga
oscurato il sentimento dell’amore tra i coniugi così come capita che uno
specchio sporcato dallo smog non rifletta più il Sole. Ma come lo specchio
sporcato dallo smog non può mettere in dubbio che esista il Sole così il
sentimento dell’amore tra i coniugi sporcato dai comportamenti dei coniugi non
può sporcare l’Amore. Infatti il “sentimento” è la nostra percezione della
Realtà non è necessariamente la Realtà. Ad esempio noi vediamo, qui sulla
Terra, il Sole muoversi sull’orizzonte da Est ad Ovest ma in Realtà il Sole sta
fermo ed è la Terra che si muove. Quindi i sentimenti, le nostre percezione
della realtà, possono non essere aderenti alla Realtà. Poi facciamo anche l’esperienza
quotidiana della mutevolezza dei nostri sentimenti nell’affrontare la stessa
Realtà del giorno prima. Il giorno dopo possiamo avere, su una Realtà, un
sentimento di amore rispetto a quello che il giorno prima consideravamo solo un
sentimento d’odio. Su quali dati oggettivi? Spesso ci affidiamo al sentire
emozionale, “mi va o non mi va”, oppure
al consiglio del “Mondo”, “così fan tutti,
minimo sforzo massimo rendimento emozionale”. Alla fine delle “endovene di
emozionalità”, per drogarci naturalmente con le endorfine, questa mentalità
egolatrica – l’adorazione del proprio sentimento emozionale costi quel che
costi – porta l’oscuramento del dato oggettivo della Realtà che stiamo vivendo.
Quindi il sentimento è il modo soggettivo, non oggettivo, e complesso con cui
percepiamo la Realtà. Vi sono genitori che, purtroppo, sebbene condividano il
sacramento dell'Amore e abbiano dei figli, realizzazione oggettiva della Realtà
del loro amore, mettono in crisi il loro amore affermando di aver perso il
reciproco “sentimento dell’amore”. Dicono di non vedere, di non sentire e di
non toccare più il sentimento dell’amore dell’uno verso l’altra. Ma come? Hanno
davanti a loro il loro Amore oggettivo, i figli che sono l’Amore oggettivo
incarnato dei coniugi e dicono di non vedere l’Amore. Sono ciechi, non vedono l’Amore,
i loro figli. Dicono di non sentire più la voce dell’Amore mentre ascoltano la
voce dei loro figli, realizzazione oggettiva del loro Amore. Sono sordi, non
sentono l’Amore, la voce dei figli. Questo vuol dire che il sentimento
dell’Amore dei coniugi sposati con figli deve essere sempre ri-sintonizzato
sulla realtà dell’Amore oggettivo. Al posto dell’ideologia egolatria e
pansessualista del sentimento innalzato ad oggettività assoluta – “il mio sentimento di godimento immediato,
sopra tutto, costi quel che costi” – la fatica felice del “Noi” Amore, del
“Noi” Famiglia e del “Noi” aderenti alla realtà dell’Amore. L'Amore si misura sulla capacità di condividere non solo le gioie ma soprattutto il dolore. Quando poi sento
dire ai coniugi sposati con figli, “mia
moglie è insopportabile” o “mio
marito è insopportabile” occorre isolare subito questo sentimento e
cogliere immediatamente nel figli, l’Amore oggettivo incarnato dei coniugi,
quella bellezza che per il momento - infatti il sentimento è come il Tempo,
variabile - uno dei coniugi non riesce a percepire o a dare all’altro. Infatti
spaccare l’Amore famigliare nel divorzio significa spaccare il cuore dei figli,
frutto dell’Amore incarnato dei coniugi, significa dire ai propri figli che
l’Amore che li ha generati non è il dono per antonomasia – l’Amore – ma è stato
solo uno sbaglio, generando in loro sensi di colpa devastanti. Questo ferisce
mortalmente il cuore dei propri figli già disponendoli a chiudersi all’Amore e
a rifugiarsi, come l’esempio dei genitori gli ha insegnato, nelle endovene
egolatriche e pansessualiste del sentimento emozionale ad ogni costo prima
dell’oggettività dell’Amore. Il frutto? L’aumento vertiginoso delle dipendenze
patologiche e dell’immaturità affettiva. L’intento di satana è distruggere la
famiglia facendo credere che l’amore sia primariamente un “sentimento emozionale”,
un capriccio soggettivo, quando invece l’Amore è primariamente la volontà di
amare nell’oggettività dell’Amore – il sacramento del matrimonio e i figli –
rendendo amabile anche ciò che talvolta soggettivamente non lo sembra. Quando
si annuvola il cielo nessuno mette in dubbio che il Sole continui a splendere
ad alta quota. Forse, nell’Amore, dobbiamo prendere più quota! Maranathà.
don Fabio Arlati