mercoledì 19 settembre 2012

Le preghiere del sacerdote prima della Santa Messa

Cum lavat manus dicat:
Lavandosi le mani domanda a Dio la purezza.
Da, Dómine, virtútem mánibus meis ad abstergéndam omnem máculam; ut sine pollutióne mentis et córporis váleam tibi servíre. Concedimi, Signore, la tua grazia perché ti possa servire non solo con mani pulite, ma anche con purezza di mente e di corpo.
Ad Amictum, dum ponitur super caput, dicat:
L’amitto significa l’elmo della salvezza (cfr. Ef 6,17) e difende il sacerdote contro il demonio.
Impóne, Dómine, cápiti meo gáleam salútis, ad expugnándos diabólicos incúrsus. Metti, o Signore, sulla mia testa l’elmo della salvezza per vincere gli assalti del demonio.
Ad Albam, dum ea induitur:
Il camice ricorda la veste resa bianca nel sangue dell’Agnello di cui sono rivestiti gli eletti,
cfr. Apoc 7,13-14.

Deálba me, Dómine, et munda cor meum; ut, in Sánguine Agni dealbátus, gáudiis pérfruar sempitérnis. Rivestimi di bianco, Signore, e purifica il mio cuore, affinché lavato nel sangue dell’Agnello, io goda dei gaudi eterni.
Ad Cingulum, dum se cingit:
Il cingolo significa la castità sacerdotale.
Praecínge me, Dómine, cíngulo puritátis, et exstíngue in lumbis meis humórem libídinis; ut máneat in me virtus continéntiae et castitátis. Cingimi, Signore, con il cingolo della purezza ed estingui nel mio corpo l’ardore della concupiscenza, affinché in me abiti la virtù della continenza e della castità.
Ad Manipulum, dum imponitur brachio sinistro:
Il manipolo fu considerato nel basso medioevo come simbolo di dolore.
Mérear, Dómine, portáre manípulum fletus et dolóris; ut cum exsultatióne recípiam mercédem labóris. Fa, Signore, che io meriti di portare il manipolo del pianto e del dolore per ricevere con gioia la ricompensa della mia fatica.
Ad Stolam, dum imponitur collo:
La stola è un abito di onore, simbolo di quel vestito di gloria che è andato perduto con il peccato originale, cfr. 2 Cor 5,3-4.
Redde mihi, Dómine, stolam immortalitátis, quam pérdidi in praevaricatióne primi paréntis: et, quamvis indígnus accédo ad tuum sacrum mystérium, mérear tamen gáudium sempitérnum. Rendimi, Signore, la stola dell’immortalità che ho perduto nel peccato del mio progenitore e sebbene mi avvicini indegno al tuo santo mistero, possa io meritare tuttavia il gaudio eterno.
Ad Casulam, dum assumitur:
La pianeta o la casula è simbolo del giogo di Cristo, che è l’amore che giunge fino alla croce, cfr. Mt 11,29-30.
Dómine, qui dixísti: Jugum meum suáve est et onus meum leve: fac, ut istud portáre sic váleam, quod cónsequar tuam grátiam. Amen. Signore, che hai detto: il mio giogo è dolce e il mio carico leggero, fa’ che io lo sappia portare in modo da conseguire la tua grazia. Amen.
Ad Cottam, dum ea induitur:
Indossando la cotta, simbolo dell’uomo nuovo (cfr. Ef 4,24), si può dire:
Indue me, Dómine, novum hóminem, qui secúndum Deum creátus est in iustítia et sanctitáte veritátis. Rivestimi, Signore, dell’uomo nuovo che è stato creato secondo Dio nella giustizia e nella santità della verità.