lunedì 25 marzo 2013

Giorgio Fugattini: "Con la Sindone meditando la Pasqua"


Giorgio Fugattini: "Con la Sindone meditando la Pasqua" from GRIS IMOLA on Vimeo.

Papa Francesco: "La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose ma nasce dall'aver incontrato una Persona, Gesù che è in mezzo a noi"




(Papa Francesco, Omelia Domenica delle Palme 24 marzo 2013)
 
1. Gesù entra in Gerusalemme. La folla dei discepoli lo accompagna in festa, i mantelli sono stesi davanti a Lui, si parla di prodigi che ha compiuto, un grido di lode si leva: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli» (Lc 19,38). Folla, festa, lode, benedizione, pace: è un clima di gioia quello che si respira. Gesù ha risvegliato nel cuore tante speranze soprattutto tra la gente umile, semplice, povera, dimenticata, quella che non conta agli occhi del mondo. Lui ha saputo comprendere le miserie umane, ha mostrato il volto di misericordia di Dio e si è chinato per guarire il corpo e l’anima. Questo è Gesù. Questo è il suo cuore che guarda tutti noi, che guarda le nostre malattie, i nostri peccati. E’ grande l’amore di Gesù. E così entra in Gerusalemme con questo amore, e guarda tutti noi. E’ una scena bella: piena di luce - la luce dell’amore di Gesù, quello del suo cuore - di gioia, di festa. All’inizio della Messa l’abbiamo ripetuta anche noi. Abbiamo agitato le nostre palme. Anche noi abbiamo accolto Gesù; anche noi abbiamo espresso la gioia di accompagnarlo, di saperlo vicino, presente in noi e in mezzo a noi, come un amico, come un fratello, anche come re, cioè come faro luminoso della nostra vita. Gesù è Dio, ma si è abbassato a camminare con noi. E’ il nostro amico, il nostro fratello. Qui ci illumina nel cammino. E così oggi lo abbiamo accolto. E questa è la prima parola che vorrei dirvi: gioia! Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti! E in questo momento viene il nemico, viene il diavolo, mascherato da angelo tante volte, e insidiosamente ci dice la sua parola. Non ascoltatelo! Seguiamo Gesù! Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci dà Gesù 
2. Seconda parola. Perché Gesù entra in Gerusalemme, o forse meglio: come entra Gesù in Gerusalemme? La folla lo acclama come Re. E Lui non si oppone, non la fa tacere (cfr Lc 19,39-40). Ma che tipo di Re è Gesù? Guardiamolo: cavalca un puledro, non ha una corte che lo segue, non è circondato da un esercito simbolo di forza. Chi lo accoglie è gente umile, semplice, che ha il senso di guardare in Gesù qualcosa di più; ha quel senso della fede, che dice: Questo è il Salvatore. Gesù non entra nella Città Santa per ricevere gli onori riservati ai re terreni, a chi ha potere, a chi domina; entra per essere flagellato, insultato e oltraggiato, come preannuncia Isaia nella Prima Lettura (cfr Is 50,6); entra per ricevere una corona di spine, un bastone, un mantello di porpora, la sua regalità sarà oggetto di derisione; entra per salire il Calvario carico di un legno. E allora ecco la seconda parola: Croce. Gesù entra a Gerusalemme per morire sulla Croce. Ed è proprio qui che splende il suo essere Re secondo Dio: il suo trono regale è il legno della Croce! Penso a quello che Benedetto XVI diceva ai Cardinali: Voi siete principi, ma di un Re crocifisso. Quello è il trono di Gesù. Gesù prende su di sé... Perché la Croce? Perché Gesù prende su di sé il male, la sporcizia, il peccato del mondo, anche il nostro peccato, di tutti noi, e lo lava, lo lava con il suo sangue, con la misericordia, con l’amore di Dio. Guardiamoci intorno: quante ferite il male infligge all’umanità! Guerre, violenze, conflitti economici che colpiscono chi è più debole, sete di denaro, che poi nessuno può portare con sé, deve lasciarlo. Mia nonna diceva a noi bambini: il sudario non ha tasche. Amore al denaro, potere, corruzione, divisioni, crimini contro la vita umana e contro il creato! E anche - ciascuno di noi lo sa e lo conosce - i nostri peccati personali: le mancanze di amore e di rispetto verso Dio, verso il prossimo e verso l’intera creazione. E Gesù sulla croce sente tutto il peso del male e con la forza dell’amore di Dio lo vince, lo sconfigge nella sua risurrezione. Questo è il bene che Gesù fa a tutti noi sul trono della Croce. La croce di Cristo abbracciata con amore mai porta alla tristezza, ma alla gioia, alla gioia di essere salvati e di fare un pochettino quello che ha fatto Lui quel giorno della sua morte. 
 3. Oggi in questa Piazza ci sono tanti giovani: da 28 anni la Domenica delle Palme è la Giornata della Gioventù! Ecco la terza parola: giovani! Cari giovani, vi ho visto nella processione, quando entravate; vi immagino a fare festa intorno a Gesù, agitando i rami d’ulivo; vi immagino mentre gridate il suo nome ed esprimete la vostra gioia di essere con Lui! Voi avete una parte importante nella festa della fede! Voi ci portate la gioia della fede e ci dite che dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane, sempre: un cuore giovane, anche a settanta, ottant’anni! Cuore giovane! Con Cristo il cuore non invecchia mai! Però tutti noi lo sappiamo e voi lo sapete bene che il Re che seguiamo e che ci accompagna è molto speciale: è un Re che ama fino alla croce e che ci insegna a servire, ad amare. E voi non avete vergogna della sua Croce! Anzi, la abbracciate, perché avete capito che è nel dono di sé, nel dono di sé, nell’uscire da se stessi, che si ha la vera gioia e che con l’amore di Dio Lui ha vinto il male. Voi portate la Croce pellegrina attraverso tutti i continenti, per le strade del mondo! La portate rispondendo all’invito di Gesù «Andate e fate discepoli tutti i popoli» (cfr Mt 28,19), che è il tema della Giornata della Gioventù di quest’anno. La portate per dire a tutti che sulla croce Gesù ha abbattuto il muro dell’inimicizia, che separa gli uomini e i popoli, e ha portato la riconciliazione e la pace. Cari amici, anch’io mi metto in cammino con voi, da oggi, sulle orme del beato Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Ormai siamo vicini alla prossima tappa di questo grande pellegrinaggio della Croce. Guardo con gioia al prossimo luglio, a Rio de Janeiro! Vi do appuntamento in quella grande città del Brasile! Preparatevi bene, soprattutto spiritualmente nelle vostre comunità, perché quell’Incontro sia un segno di fede per il mondo intero. I giovani devono dire al mondo: è buono seguire Gesù; è buono andare con Gesù; è buono il messaggio di Gesù; è buono uscire da se stessi, alle periferie del mondo e dell’esistenza per portare Gesù! Tre parole: gioia, croce, giovani. Chiediamo l’intercessione della Vergine Maria. Lei ci insegna la gioia dell’incontro con Cristo, l’amore con cui lo dobbiamo guardare sotto la croce, l’entusiasmo del cuore giovane con cui lo dobbiamo seguire in questa Settimana Santa e in tutta la nostra vita. Così sia.

Papa Francesco: "Il Signore mai si stanca di perdonare. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono!"





(Angelus di papa Francesco, 17 marzo 2013)

Fratelli e sorelle, buongiorno!
Dopo il primo incontro di mercoledì scorso, oggi posso rivolgere di nuovo il mio saluto a tutti! E sono felice di farlo di domenica, nel giorno del Signore! Questo è bello è importante per noi cristiani: incontrarci di domenica, salutarci, parlarci come ora qui, nella piazza. Una piazza che, grazie ai media, ha le dimensioni del mondo.
In questa quinta domenica di Quaresima, il Vangelo ci presenta l’episodio della donna adultera (cfr Gv 8,1-11), che Gesù salva dalla condanna a morte. Colpisce l’atteggiamento di Gesù: non sentiamo parole di disprezzo, non sentiamo parole di condanna, ma soltanto parole di amore, di misericordia, che invitano alla conversione. “Neanche io ti condanno: va e d’ora in poi non peccare più!” (v. 11). Eh!, fratelli e sorelle, il volto di Dio è quello di un padre misericordioso, che sempre ha pazienza. Avete pensato voi alla pazienza di Dio, la pazienza che lui ha con ciascuno di noi? Quella è la sua misericordia. Sempre ha pazienza, pazienza con noi, ci comprende, ci attende, non si stanca di perdonarci se sappiamo tornare a lui con il cuore contrito. “Grande è la misericordia del Signore”, dice il Salmo.
In questi giorni, ho potuto leggere un libro di un Cardinale – il Cardinale Kasper, un teologo in gamba, un buon teologo – sulla misericordia. E mi ha fatto tanto bene, quel libro, ma non crediate che faccia pubblicità ai libri dei miei cardinali! Non è così! Ma mi ha fatto tanto bene, tanto bene … Il Cardinale Kasper diceva che sentire misericordia, questa parola cambia tutto. E’ il meglio che noi possiamo sentire: cambia il mondo. Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto. Abbiamo bisogno di capire bene questa misericordia di Dio, questo Padre misericordioso che ha tanta pazienza … Ricordiamo il profeta Isaia, che afferma che anche se i nostri peccati fossero rossi scarlatti, l’amore di Dio li renderà bianchi come la neve. E’ bello, quello della misericordia! Ricordo, appena Vescovo, nell’anno 1992, è arrivata a Buenos Aires la Madonna di Fatima e si è fatta una grande Messa per gli ammalati. Io sono andato a confessare, a quella Messa. E quasi alla fine della Messa mi sono alzato, perché dovevo amministrare una cresima. E’ venuta da me una donna anziana, umile, molto umile, ultraottantenne. Io l’ho guardata e le ho detto: “Nonna – perché da noi si dice così agli anziani: nonna – lei vuole confessarsi?”. “Sì”, mi ha detto. “Ma se lei non ha peccato …”. E lei mi ha detto: “Tutti abbiamo peccati …”. “Ma forse il Signore non li perdona …”. “Il Signore perdona tutto”, mi ha detto: sicura. “Ma come lo sa, lei, signora?”. “Se il Signore non perdonasse tutto, il mondo non esisterebbe”. Io ho sentito una voglia di domandarle: “Mi dica, signora, lei ha studiato alla Gregoriana?”, perché quella è la sapienza che dà lo Spirito Santo: la sapienza interiore verso la misericordia di Dio. Non dimentichiamo questa parola: Dio mai si stanca di perdonarci, mai! “Eh, padre, qual è il problema?”. Eh, il problema è che noi ci stanchiamo, noi non vogliamo, ci stanchiamo di chiedere perdono. Lui mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non ci stanchiamo mai, non ci stanchiamo mai! Lui è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi. E anche noi impariamo ad essere misericordiosi con tutti. Invochiamo l’intercessione della Madonna che ha avuto tra le sue braccia la Misericordia di Dio fatta uomo.

lunedì 18 marzo 2013

Piccola riflessione sui genitori con figli che pensano di separarsi perché il sentimento dell’amore si è affievolito



Carissimi genitori, carissimi sposi, può capitare che venga oscurato il sentimento dell’amore tra i coniugi così come capita che uno specchio sporcato dallo smog non rifletta più il Sole. Ma come lo specchio sporcato dallo smog non può mettere in dubbio che esista il Sole così il sentimento dell’amore tra i coniugi sporcato dai comportamenti dei coniugi non può sporcare l’Amore. Infatti il “sentimento” è la nostra percezione della Realtà non è necessariamente la Realtà. Ad esempio noi vediamo, qui sulla Terra, il Sole muoversi sull’orizzonte da Est ad Ovest ma in Realtà il Sole sta fermo ed è la Terra che si muove. Quindi i sentimenti, le nostre percezione della realtà, possono non essere aderenti alla Realtà. Poi facciamo anche l’esperienza quotidiana della mutevolezza dei nostri sentimenti nell’affrontare la stessa Realtà del giorno prima. Il giorno dopo possiamo avere, su una Realtà, un sentimento di amore rispetto a quello che il giorno prima consideravamo solo un sentimento d’odio. Su quali dati oggettivi? Spesso ci affidiamo al sentire emozionale, “mi va o non mi va”, oppure al consiglio del “Mondo”, “così fan tutti, minimo sforzo massimo rendimento emozionale”. Alla fine delle “endovene di emozionalità”, per drogarci naturalmente con le endorfine, questa mentalità egolatrica – l’adorazione del proprio sentimento emozionale costi quel che costi – porta l’oscuramento del dato oggettivo della Realtà che stiamo vivendo. Quindi il sentimento è il modo soggettivo, non oggettivo, e complesso con cui percepiamo la Realtà. Vi sono genitori che, purtroppo, sebbene condividano il sacramento dell'Amore e abbiano dei figli, realizzazione oggettiva della Realtà del loro amore, mettono in crisi il loro amore affermando di aver perso il reciproco “sentimento dell’amore”. Dicono di non vedere, di non sentire e di non toccare più il sentimento dell’amore dell’uno verso l’altra. Ma come? Hanno davanti a loro il loro Amore oggettivo, i figli che sono l’Amore oggettivo incarnato dei coniugi e dicono di non vedere l’Amore. Sono ciechi, non vedono l’Amore, i loro figli. Dicono di non sentire più la voce dell’Amore mentre ascoltano la voce dei loro figli, realizzazione oggettiva del loro Amore. Sono sordi, non sentono l’Amore, la voce dei figli. Questo vuol dire che il sentimento dell’Amore dei coniugi sposati con figli deve essere sempre ri-sintonizzato sulla realtà dell’Amore oggettivo. Al posto dell’ideologia egolatria e pansessualista del sentimento innalzato ad oggettività assoluta – “il mio sentimento di godimento immediato, sopra tutto, costi quel che costi” – la fatica felice del “Noi” Amore, del “Noi” Famiglia e del “Noi” aderenti alla realtà dell’Amore. L'Amore si misura sulla capacità di condividere non solo le gioie ma soprattutto il dolore. Quando poi sento dire ai coniugi sposati con figli, “mia moglie è insopportabile” o “mio marito è insopportabile” occorre isolare subito questo sentimento e cogliere immediatamente nel figli, l’Amore oggettivo incarnato dei coniugi, quella bellezza che per il momento - infatti il sentimento è come il Tempo, variabile - uno dei coniugi non riesce a percepire o a dare all’altro. Infatti spaccare l’Amore famigliare nel divorzio significa spaccare il cuore dei figli, frutto dell’Amore incarnato dei coniugi, significa dire ai propri figli che l’Amore che li ha generati non è il dono per antonomasia – l’Amore – ma è stato solo uno sbaglio, generando in loro sensi di colpa devastanti. Questo ferisce mortalmente il cuore dei propri figli già disponendoli a chiudersi all’Amore e a rifugiarsi, come l’esempio dei genitori gli ha insegnato, nelle endovene egolatriche e pansessualiste del sentimento emozionale ad ogni costo prima dell’oggettività dell’Amore. Il frutto? L’aumento vertiginoso delle dipendenze patologiche e dell’immaturità affettiva. L’intento di satana è distruggere la famiglia facendo credere che l’amore sia primariamente un “sentimento emozionale”, un capriccio soggettivo, quando invece l’Amore è primariamente la volontà di amare nell’oggettività dell’Amore – il sacramento del matrimonio e i figli – rendendo amabile anche ciò che talvolta soggettivamente non lo sembra. Quando si annuvola il cielo nessuno mette in dubbio che il Sole continui a splendere ad alta quota. Forse, nell’Amore, dobbiamo prendere più quota! Maranathà.
don Fabio Arlati

mercoledì 13 marzo 2013

"Habemus Papam". Viva papa Francesco!

Il 266.mo Vicario di Cristo è il gesuita argentino Jorge Mario Bergoglio, finora arcivescovo di Buenos Aires, 76 anni. Il nuovo Pontefice ha scelto il nome di Francesco: è la prima volta nella storia bimillenaria della Chiesa che un Papa assume questo nome. E' il primo gesuita eletto Papa. Alle 19.06, al quinto scrutinio, la fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina.






 LETTERA DEL CARD. JORGE MARIO BERGOGLIO

Lettera del cardinale Bergoglio, «Qui c'è l'invidia del Demonio», attuale PAPA FRANCESCO, ai quattro monasteri carmelitani di Buenos Aires in occasione del voto al Senato della Repubblica Argentina sulla proposta di legge intesa a legalizzare il matrimonio e le adozioni omosessuali (approvata il 15 luglio 2010). Putroppo diventata legge. 

"Care sorelle, Scrivo queste poche righe a ciascuna di voi che siete nei quattro monasteri di Buenos Aires. Il popolo argentino dovrà affrontare nelle prossime settimane una situazione il cui esito può seriamente ferire la famiglia. Si tratta del disegno di legge che permetterà il matrimonio a persone dello stesso sesso. È in gioco qui l’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. È in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e con una madre. È in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, incisa anche nei nostri cuori. Ricordo una frase di Santa Teresina quando parla della sua malattia infantile. Dice che l’invidia del Demonio voleva vendicarsi della sua famiglia per l’entrata nel Carmelo della sua sorella maggiore. Qui pure c’è l’invidia del Demonio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo: un’invidia che cerca astutamente di distruggere l’immagine di Dio, cioè l’uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra. Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo lo strumento) ma è una «mossa» del padre della menzogna che cerca di confondere e d’ingannare i figli di Dio. E Gesù dice che per difenderci da questo accusatore bugiardo ci manderà lo Spirito di Verità. Oggi la Patria, in questa situazione, ha bisogno dell’assistenza speciale dello Spirito Santo che porti la luce della verità in mezzo alle tenebre dell’errore. Ha bisogno di questo Avvocato per difenderci dall’incantamento di tanti sofismi con i quali si cerca a tutti i costi di giustificare questo disegno di legge, e che confondono e ingannano perfino persone di buona volontà. Per questo mi rivolgo a Voi e chiedo preghiere e sacrificio, le due armi invincibili di santa Teresina. Invocate il Signore affinché mandi il suo Spirito sui senatori che saranno impegnati a votare. Che non lo facciano mossi dall’errore o da situazioni contingenti, ma secondo ciò che la legge naturale e la legge di Dio indicano loro. Pregate per loro e per le loro famiglie che il Signore li visiti, li rafforzi e li consoli. Pregate affinché i senatori facciano un gran bene alla Patria. Il disegno di legge sarà discusso in Senato dopo il 13 luglio. Guardiamo a san Giuseppe, a Maria e al Bambino e chiediamo loro con fervore di difendere la famiglia argentina in questo particolare momento. Ricordiamo ciò che Dio stesso disse al suo popolo in un momento di grande angoscia: «Questa guerra non è vostra, ma di Dio». Che ci soccorrano, difendano e accompagnino in questa guerra di Dio. Grazia per quanto farete in questa lotta per la Patria. E per favore vi chiedo anche di pregare per me. Che Gesù vi benedica e la Vergine Santa vi conservi. Con affetto Jorge Mario Bergoglio, S.J. Arcivescovo di Buenos Aires". 
Viva il papa!!!

Giornalino parrocchiale "Rallegrati Maria" - Pasqua 2013

venerdì 8 marzo 2013

Quaresimale 2013: don Alexander Grillini

Don Alexander Grillini: "Giobbe, l'uomo che ha parlato bene di Dio anche nel dolore (Gb.42,7)" Conferenza svolta presso la cappellina dell'ospedale di Montecatone (IMOLA), il 7 marzo 2013.
 
Don Alexander Grillini: "Giobbe, l'uomo che ha parlato bene di Dio anche nel dolore (Gb.42,7)" from GRIS IMOLA on Vimeo.

venerdì 1 marzo 2013

Il quaresimale della parrocchia di San Biagio

Cari parrocchiani, anche quest'anno vi sarà il quaresimale della nostra parrocchia. Lo faremo, come l'anno scorso, presso la cappellina dell'ospedale di Montecatone, al 2° piano dell'ospedale
Ancora per qualche domenica NON potremo dire la S. Messa presso la Chiesa di San Biagio, causa lavori di ristrutturazione. Cari parrocchiani se potete contribuire anche economicamente sarebbe bello, ci mancano i soldi per il pavimento, l'intonaco esterno ed interno della chiesa nonchè la verniciatura interna. Potete aiutare la vostra Chiesa? Grazie.